Una riflessione critica sulle strategie obsolete nelle campagne elettorali moderne.
Nel cuore di un’era digitale in cui video virali e tweet possono capovolgere le sorti politiche, sembra quasi un anacronismo vedere le strade ancora tappezzate di manifesti e volantini durante le campagne elettorali. Eppure, questa è la realtà in molte città, dove i candidati locali persistono con metodi di comunicazione che sembrano appartenere a un’altra epoca.
Da una parte, abbiamo grandi manifesti colorati e santini che promettono di catturare lo sguardo dei passanti, ma che spesso non fanno altro che contribuire a un’inutile saturazione visiva. È ironico vedere i candidati, vestiti impeccabilmente come per un gala di beneficenza, posare in questi materiali promozionali che sembrano più adatti a una rivista di moda che a una seria campagna politica. Questi tentativi di connessione visiva con l’elettorato raramente riescono a trasmettere un messaggio di sostanza, riducendosi a non più di una passerella priva di contenuto autentico.
La situazione si complica ulteriormente con un utilizzo maldestro delle nuove tecnologie. Tentativi goffi di richiesta voti e quindi di messaggi di WhatsApp o post sui social media, spesso scritti in maniera approssimativa, dimostrano una mancanza di comprensione di come dovrebbero essere utilizzate queste potentissime piattaforme digitali. Come se bastasse una lista broadcast per guadagnare un voto politico che esprime fiducia. Questo approccio confuso non solo evidenzia una strategia di comunicazione frammentata, ma solleva anche un interrogativo fondamentale: stiamo davvero comunicando in modo efficace?
È chiaro che molti candidati non hanno ancora compreso che la vera comunicazione va oltre il semplice essere notati; essa richiede di essere compresi e considerati rilevanti. La capacità di comunicare in modo efficace può effettivamente cambiare le dinamiche di un’elezione, ma solo se gestita con intelligenza e considerazione. Non è solo una questione di utilizzare la tecnologia per diffondere il messaggio, ma di riformulare il messaggio stesso in modo che sia rilevante e risuoni con un pubblico moderno, informato e critico. Sembra fantascienza ?